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Come superare il lutto di una persona cara

Scritto da Dott.ssa Nadia Andreotti il 24 Gennaio 2018
Come superare il lutto di una persona cara

Come superare il lutto di una persona cara?
Non ci si sente mai pronti al pen­siero di non vedere più una persona con cui abbi­amo con­di­viso parte impor­tante della vita. Può essere difficile affrontare la perdita del marito, moglie, genitori, fratelli o sorelle, figli e amici. Superare il lutto di una persona amata è un lungo e faticoso processo. La sofferenza legata alla morte è una profonda ferita, talmente dolorosa da rendere difficile il proseguimento della vita normale. Il processo di cicatrizzazione e guarigione richiede tempo e grandi energie.

Mentre si cerca di superare il lutto può capitare di sentirsi impotenti, in costante senso di allarme, angoscia e disperazione. Inoltre, pos­sono emerg­ere incredulità, sen­sazione di abban­dono, rab­bia, senso di vuoto, dis­in­ter­esse e ritiro dalle relazioni e dalla vita professionale. Si può aver paura di dimen­ti­care il defunto, di non ricor­dare le sue fat­tezze, i modi e la voce. Ci si può sentire anche in colpa, provare rimpianti e emozioni neg­a­tive dovute a conti rimasti in sospeso. Questi vissuti possono produrre dei sintomi fisici e far bloccare nel dolore, compromettendo il funzionamento individuale, relazionale e lavorativo. Si ha difficoltà nell’andare avanti con la propria vita, affrontare le nuove sfide e godersi i momenti di benessere.

Le fasi per superare il lutto

Quando si affronta un lutto, normalmente si riesce ad entrare in uno stato di accettazione entro circa 12-15 mesi. Cioè, in questo tempo si torna a una modalità confrontabile con la vita pre-lutto grazie ad un miglioramento dell’umore e un abbassamento delle difficoltà psicologiche e relazionali. I tempi per superare il lutto sono molto soggettivi, dipendono dalle risorse interne e esterne della persona. Inoltre, si deve considerare anche la relazione avuta con il defunto e la modalità della morte.
L’elaborazione del lutto segue generalmente un processo in 5 fasi, come teorizzato dalla studiosa Kubler Ross.

  1. Negazione e Rifiuto. Ci si sente scioccati e storditi dalla perdita, si tenta di rifiutare e negare la realtà della morte della persona. Può capitare di parlare del defunto come se fosse ancora vivo e di cercarne la presenza aspettandosi di vederlo comparire. E’ come se la realtà fosse così dolorosamente intollerabile da dover essere rifiutata.
  2. Quando non si non ha più modo di evitare la realtà della perdita, ci si arrabbia perché gli sforzi di ricongiunzione non hanno prodotto risultati. Si avverte una forte rabbia verso sé stessi e gli altri, anche verso la persona che ci ha abbandonati. Può capitare di sentirsi in colpa per dei conti in sospeso e delle parole non dette. Si può avvertire rabbia e ingiustizia anche contro un’entità superiore, per esempio Dio o il destino. La rabbia è funzionale perché copre il vero sentimento di perdita e dolore che non è ancora possibile affrontare.
  3. Si tenta di reagire all’impotenza della morte analizzando la situazione e cercando spiegazioni.
  4. Si avverte una profonda tristezza e disperazione per l’irrimediabilità della morte. Ci si sente molto addolorati per la scomparsa del defunto, la solitudine, l’abbandono, l’impotenza e l’ineluttabilità della perdita.
  5. Si accetta l’accaduto, riuscendo ad arrendersi alla realtà e a trovare la spinta per ripartire con la propria vita. Il dolore della morte viene considerato per quello che è, senza negarlo o evitarlo. Si inizia a pensare che si è vivi e si può ancora gioire di tante cose. Ciò non significa cancellare i ricordi, ma anzi conservarli, ritagliargli uno spazio nel proprio cuore. Serve però tenere anche altri spazi liberi per ciò che arriverà.

Tendenzialmente si ha la capacità di accettare e superare il lutto di una persona cara passando da una fase all’altra. E’ comune che, soprattutto all’inizio, si oscilli tra una fase e l’altra, soprattutto è frequente alternare rabbia e depressione. Per superare il lutto è importante che gradualmente si proceda fino ad arrivare all’ultima fase. Più si compiono reali passi avanti, più sarà difficile che si retroceda ad altre fasi.
Può capitare che eventi come nuovi sviluppi di vita, date significative nel calendario (anniversario della morte, compleanni, vacanze, festività..) o aspetti che ricordano il defunto facciano naturalmente scaturire pensieri e sentimenti. Questi momenti saranno vissuti con dolore, malinconia e fatica. Non si è tornati indietro nel processo per superare il lutto, è normale essere stimolati in situazioni specifiche.

L’elaborazione del lutto può diventare patologica se si saltano una o più fasi o se si rimane congelati per troppo tempo in una di esse.  Questo si verifica quando si teme inconsapevolmente di non tollerare le emozioni proprie della fase successiva e si blocca il processo di elaborazione del lutto. Ad esempio, alcuni trascorrono anni nella fase di rabbia perché, per quanto dolorosa, sentono di gestirla meglio della tristezza. Altri, invece, rimangono nella fase di depressione perché avanzare significherebbe ricominciare la propria vita, sentendosi in colpa nei confronti del defunto.

 

Cosa aiuta a superare il lutto?

L’elaborazione del lutto è facilitata quando si riesce a non essere passivi. Aiuta, invece, essere attivi in questo percorso, attraverso piccole azioni e strategie per affrontare il grande malessere.

E’ comprensibile avere il timore di affrontare delle forti emozioni. Tuttavia, se la persona riesce a vivere il dolore, dopo un periodo di grande sofferenza, potrà terminare il percorso di elaborazione del lutto, accettandolo. E’ importante contrastare la credenza che per superare il lutto è meglio non parlare e non piangere, ma conviene svagarsi e non pensare a ciò che è accaduto. Questa modalità negante amplifica il dolore, lo trascina irrisolto e accresce una silente sensazione di vuoto e di solitudine. E’ invece utile sfogarsi e legittimarsi ad esprimere la sofferenza, meglio se con persone fidate.

Nella nostra società c’è anche la credenza opposta, cioè che si deve vivere nella sofferenza del lutto per molto tempo. Si ritiene che il dolore sia un omaggio e un modo di rispettare il morto. Anche questo non aiuta nell’elaborazione del lutto, non lo si supera, ma si rimane bloccati nel passato. Invece, è importante immergersi nel dolore, viverlo e poi risalire, andare avanti e ricordarsi di vivere.

Avere una rete di persone di sostegno e non sentirsi soli nel momento del lutto è molto importante per avere la possibilità di condividere, esprimere e affrontare il dolore. Quindi, è bene chiedere aiuto e appoggiarsi a persone di riferimento e, eventualmente, a una psicologa psicoterapeuta.

Le persone traggono beneficio anche dalla creazione di rituali di separazione dal defunto. Tali rituali possono essere la veglia funebre, il funerale, prendersi cura della tomba, scrivere o disegnare qualcosa per il caro. Questi gesti aiutano a dare un senso, a congedare, salutare la persona amata e cominciare l’elaborazione del lutto.

Continuare a prendersi cura di sé e della propria salute psicofisica è un primo passo per superare il lutto, sentirsi vivi e compiere piccole azioni per ricominciare la propria vita. Anche prendersi cura del proprio corpo e aspetto è importante per darsi un po’ di carica nell’affrontare la vita.

Aiuta anche concedersi dei piccoli piaceri nella quotidianità, riservarsi uno spazio per attività che rilassano o mettono buon umore. Ad esempio fare passeggiate, guardare film, leggere, chiacchierare con un amico, farsi dei regali, gustare i piatti preferiti.

 

I percorsi psicologici per superare il lutto

In seguito ad un lutto può essere utile iniziare un percorso di psicoterapia individuale. E’ di grande supporto anche partecipare a un gruppo per l’elaborazione del lutto. Questi percorsi aiutano a non sentirsi soli, a non far diventare cronici i sintomi e a recuperare le risorse che sembrano dimenticate. Si lavorerà per aiutare a gestire le emozioni e le conseguenze dolorose del lutto. Si cerca anche di affrontare le sfide pratiche della quotidianità e di recuperare le proprie risorse, che sembrano bloccate nella vita precedente il lutto. E’ un accompagnamento a accettare e reagire all’esperienza di perdita, si impara a ricostruire la propria vita.

L’EMDR è una tecnica che consente un’elaborazione e integrazione profonda dei ricordi dolorosi. Questa metodologia, validata scientificamente, utilizza i movimenti oculari alternati o la stimolazione bilaterale per ristabilire l’equilibrio, permettendo una migliore comunicazione tra gli emisferi e il passaggio dell’informazione dal cervello emotivo a quello razionale. Inoltre, si considerano le immagini traumatiche, le convinzioni su di sé e la percezione del proprio disagio. Questo lavoro è utile per ridurre l’impatto del trauma, che, da evento disturbante nella mente e nel corpo, diventa un ricordo lontano razionalmente ed emotivamente.

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