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Dipendenza Affettiva: come riconoscere il mal d’amore

Scritto da Dott.ssa Nadia Andreotti il 1 Dicembre 2022
dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva è una forma patologica d’amore vissuta principalmente, ma non esclusivamente, dalle donne. E’ caratterizzata da un legame doloroso in cui è alterato l’equilibrio tra il dare e il ricevere.  La dipendente affettiva dedica completamente il proprio corpo e la propria mente all’altro.  Si riscontrano dei forti sintomi di malessere quando il partner non c’è o, peggio ancora, quando interrompe la relazione. Ci si sente vuote, si cerca di tenere la vicinanza con l’altro, si provano vissuti di ansia, depressione e malessere fisico.

L’amore diventa simile ad una droga

Il partner si trasforma in una sorta di droga a cui si deve attingere per riempire un vuoto profondo e stare bene. Non si riesce a beneficiare dell’amore nella sua profondità e intimità, ma si cerca un piacere immediato, l’alleviamento di una tensione o il superamento di un’insicurezza. Ottenuto l’appagamento, questo è così tranquillizzante e soddisfacente che si ha voglia di rivivere e reinnescare la vicinanza con il partner.
Non ci si rende conto della sofferenza e dannosità del legame, si è disposti a tutto pur di stare con l’altro. La dipendente affettiva non è in grado di uscire dal rapporto con il partner, anche se ammette che la relazione è senza speranza, insoddisfacente e autodistruttiva. Sviluppa anche sintomi come ansia generalizzata, depressione, inappetenza, insonnia, malinconia, idee ossessive.

Caratteristiche della dipendenza affettiva

Vediamo alcune caratteristiche tipiche della dipendenza affettiva:

  • Ebbrezza: la relazione con il partner risulta indispensabile per stare bene. E’ un sentimento passeggero, capace di fornire un’evasione dalla banalità della vita quotidiana.
  • Dose: si cercano “dosi” sempre maggiori di presenza e tempo con il partner. La sua mancanza porta in uno stato di prostrazione, si sente di esistere solo quando c’è l’altro. Non basta pensare alla relazione, si ha bisogno della presenza e di manifestazioni continue e concrete.
  • Circoli viziosi che ripiegano sempre nello stesso punto, si prova a cambiare ma si tende a ricadere sempre negli stessi errori.
  • Discontrollo: i tentativi di controllarsi falliscono sistematicamente, questo provoca un senso di sconfitta, incertezza e insicurezza.
  • Craving: disagio psicofisico provocato dall’assenza del partner per l’incapacità di tollerare la mancanza. Si riscontano sintomi di astinenza, panico incontrollabile e paura di un abbandono definitivo.
  • Impermeabilità: isolamento dalle relazioni che non includono il partner.
  • Polarizzazione: posizioni opposte ed estreme di sopra o sottovalutazione.
  • Paura: si teme di perdere la persona amata.
  • Ambivalenza: sente di non poter stare né con né senza l’amato: si avverte dolore in seguito alle umiliazioni, maltrattamenti e tradimenti, ma il pensiero di perderlo genera paura e angoscia.
  • Difficoltà a riconoscere i propri bisogni e le proprie emozioni: incapacità di prendersi cura di sé stessi, le proprie necessità sono subordinate ai problemi del partner che richiedono attenzione ed energia. Il timore della solitudine è così intenso che porta a tollerare la violazione dei bisogni personali.
  • Autostima relazionale: l’autovalutazione del proprio valore si fonda sui feedback del partner.
  • Narcisismo Covert: ci si sente speciali per la capacità di aiutare gli altri, questo fomenta il disperato desiderio di vicinanza e permette di alzare l’autostima relazionale.
  • Sessualità strumentale: non ha risvolti di intimità e piacere, ma è utilizzata per mantenere la relazione.

Radici della dipendenza affettiva

La dipendente affettiva è stata una “bambina wall-flower”, cioè non vista da una famiglia con tanti problemi. Ha cercato di avere un ruolo essendo invisibile, indipendente e autosufficiente e non esprimendo i propri bisogni. Inoltre, si è comportata come una brava bambina, vincente nel mondo, brillante. Questa doppia modalità ha prodotto una sofferenza intorpidita e la repressione delle emozioni come rabbia, paura, tensione.

La madre della dipendente affettiva è una donna non realizzata, insoddisfatta ed infelice nel rapporto di coppia. La figlia diventa la confidente della mamma, che la rende partecipe delle frustrazioni coniugali, si lamenta del marito e della coppia, ma non si separa. La figlia sente la sofferenza della madre e cerca di consolarla facendo la “brava bambina”, con la speranza di renderla felice ed orgogliosa. Il padre è emotivamente distante, non c’è intimità e dialogo tra lui e la figlia.

Spesso, nell’adolescenza la dipendente affettiva può sviluppare ansia, disturbi alimentari, insicurezze, tendenza a sottomettersi nei rapporti, difficoltà ad interagire con i maschi e bassa autostima. Frequentemente, questi sintomi passano inosservati perché mascherati dalla “bravura” tipica della dipendente affettiva. 

Relazioni di coppia

La dipendente affettiva ha la tendenza a scegliere partner problematici da accudire. E’ possibile individuare tre tipologie di partner tipici della dipendente affettiva:

  • Codipendente: anche il partner ha una dipendenza e collude con la love addiction. La dipendente affettiva tenta di curare la sofferenza dell’altro con il proprio amore, sacrificandosi per distrarsi dal percepire la propria. Il patto di coppia si fonda sulla fantasia salvifica che saranno al riparo da angosce, abbandoni e ansie perché immersi in una “bolla”. L’intensità e il coinvolgimento sono molto forti, è compromessa l’individuazione. Se la dipendente affettiva si rende conto di non poter salvare il partner, non riesce a lasciarlo perché sarebbe un fallimento intollerabile.
  • Narcisista: il partner governa la relazione, è svalutante e critico, mette distanze colmabili con amore e devozione. La dipendente affettiva prova in tutti i modi a farsi amare, raccogliendo la sfida di essere come la desidera e non vedendo il narcisismo sottostante alla sicurezza ostentata. E’ lusingata dal ricevere attenzioni da un uomo considerato prestigioso, lo idealizza ed è alla ricerca di rinforzi. Quando il narcisista comincia a ritrarsi dal rapporto, la dipendente affettiva, accecata dal timore della perdita, aderisce a tutte le sue richieste, tollera critiche e svalutazioni e si mette in discussione, incolpandosi dell’insoddisfazione dell’altro ed indebolendo così la sua autostima.
  • Uomo impossibile: è già impegnato o distante. La dipendente affettiva coltiva la speranza e la sfida di essere scelta. Preferisce credere in un falso amore piuttosto che in un amore doloroso: l’idealizzazione di un falso amore nasconde il timore di vivere un rapporto di coppia con i pericoli che può comportare. E’ abituata a ricevere poco amore fin dall’infanzia, condizione che spinge ad accontentarsi anche di pochi gesti affettivi.

Come affrontare la dipendenza affettiva?

Il primo passo da compiere è quello di cercare di confidarsi e chiedere aiuto ad amici e famigliari e poi ad una psicologa psicoterapeuta. E’ necessaria una psicoterapia individuale per poter affrontare le radici, il malessere e le dinamiche della dipendenza affettiva.

E’ importante comprendere i sintomi, raccogliere la storia individuale e famigliare e analizzare le modalità di vivere le relazioni di coppia. In seguito, si lavora sulla regolazione delle emozioni, sulla gestione della sensazione di vuoto e sulla modalità di reazione all’abbandono. Vengono approfonditi i modelli di amore appresi nella famiglia d’origine e nelle relazioni di coppia. Si dedica anche tempo al timore dell’autentica intimità e di non essere degna di amore e si prova ad abbandonare l’autostima relazionale. Si impara ad esplorare i propri bisogni e desideri mai messi a fuoco e a sperimentare gratificazioni che non dipendono dall’altro. Inoltre, vengono rinforzati l’autenticità, l’espressione di pensieri, emozioni e desideri nei rapporti.

La psicoterapia per la dipendenza affettiva è un percorso che può risultare lungo e faticoso, ma sicuramente consente di rafforzare e migliorare la qualità della vita individuale e relazionale. Riconoscere le dinamiche tipiche è il primo passo per riacquistare la propria serenità!

 

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