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Dipendenza da lavoro o workaholism: lavorare troppo danneggia la salute psicofisica

Scritto da Dott.ssa Nadia Andreotti il 21 Novembre 2018
dipendenza da lavoro

Il termine dipendenza da lavoro o workaholism si riferisce a chi avverte il bisogno incontrollabile di lavorare incessantemente, bisogno che comporta conseguenze molto negative sul piano della salute, psicologico e relazionale. La dipendenza da lavoro rientra nel novero delle New Addiction, forme di dipendenza non legate ad una sostanza ma ad un comportamento, assieme alla dipendenza affettiva, allo shopping compulsivo e alla dipendenza da internet.
In questo articolo vedremo le caratteristiche del workaholic (dipendente da lavoro) e come prevenire ed affrontare questa patologia.

Quando il lavoro diventa una dipendenza

Questo disturbo è stato individuato negli anni ’70, ma, ancora oggi, in Italia risulta abbastanza sconosciuto perché la dipendenza da lavoro è legata ad un comportamento socialmente accettato, differentemente dalla droga o il gioco d’azzardo. Dedicarsi alla carriera è una pratica che viene sempre più osannata e ricercata attivamente, spesso chi non lavora viene denigrato o additato come un fannullone.

Inoltre, l’utilizzo delle moderne tecnologie favorisce il lavorare anche oltre l’orario di servizio: risulta difficile non rispondere alle e-mail, messaggi e telefonate di superiori e clienti. Infatti, chi si rende irreperibile al di fuori dell’orario di lavoro viene considerato come poco interessato alla propria mansione, può mettere a repentaglio la relazione con i capi e i clienti e sarà più difficile ottenere una promozione.

Il workaholism, rispetto alle altre dipendenze, è più subdolo, in quanto il fatto di lavorare molto porta a benefici economici, lodi e apprezzamenti da parte di colleghi e superiori. Quindi, è più difficile chiedere aiuto e  smontare la credenza che lavorare troppo è dannoso.

Fasi della dipendenza da lavoro

La dipendenza da lavoro si evolve secondo tre fasi. Se i sintomi sono riconosciuti precocemente dal soggetto o dai suoi famigliari, c’è una maggiore probabilità di successo per poterne uscirne.

  • Fase iniziale: si tende ad essere costantemente impegnati in ambito lavorativo, anche più dell’orario previsto. Vengono svolti più straordinari anche se non retribuiti e non si riesce a riposare completamente dal lavoro.
  • Fase intermedia: il workaholic comincia a distanziarsi dalle relazioni personali. Quando è a casa è distratto e pensa solo al lavoro. Cominciano a manifestarsi i primi disturbi fisiologici, come dormire male e poco, sentirsi stanchi per gran parte del giorno, ci sono  alterazioni del peso (aumento o perdita).
  • Fase avanzata: Si presentano sintomi fisici radicati e gravi problemi nelle relazioni personali. Risulta impossibile prendersi pause dal lavoro.

Differenza tra sovraccarico lavorativo e dipendenza da lavoro

I workaholic sperimentano una gratificazione nell’essere costantemente impegnati. Questa gratificazione deriva dal lavorare incessantemente, oltre a quanto il corpo può sopportare, deprivandosi del sonno, saltando i pasti e non concedendosi pause o periodi di malattia. Non viene percepito come un problema nemmeno il rischio corso dalle relazioni famigliari, che sono secondarie e vittime delle assenze date dai ritmi lavorativi. Invece, chi è sovraccaricato dal lavoro avverte il peso di queste conseguenze e la gratificazione del lavorare non basta a compensare le privazioni.

Chi è sovraccaricato dal lavoro trae giovamento dai buoni risultati ed è soddisfatto degli sforzi compiuti per ottenerli. Il workaholic, invece, ha una scarsa soddisfazione personale per il lavoro che sta svolgendo, dà per scontati i risultati e si concentra sulla questione successiva da risolvere.

Quando si soffre di dipendenza da lavoro non si smette mai di pensare al lavoro e non ci si rilassa perché si è sempre alla ricerca di soluzioni per risolvere i problemi lavorativi. Non si riescono a coltivare hobby e relazioni perché risultano un ostacolo al lavoro. Invece, chi è sovraccaricato cerca di pensare ad altro e riesce a dedicarsi ad altri ambiti della propria vita.

Il workaholic considera il lavoro come un rifugio e luogo sicuro, chi non ne soffre lo percepisce come un obbligo e lo ritiene solo necessario per la sopravvivenza e crescita professionale.

Chi non vive la dipendenza dal lavoro preferisce avere più tempo per sé e vorrebbe che le vacanze e i weekend durassero di più, per i workaholic il lunedì è il giorno più piacevole della settimana. Inoltre, quando non lavorano, si sentono inquieti e annoiati, non avvertono l’esigenza di fare delle vacanze o di “staccare” nei fine settimana. Al contrario, i sovraccaricati non vedono l’ora dei momenti per riposarsi e riprendersi dalle incombenze e richieste.

Come vive un workaholic?

Il workaholic è tempestato da pensieri intrusivi connessi al lavoro che non riesce a tenere a bada se non lavorando senza sosta. Si tende a lavorare anche durante le ferie o il tempo libero, arrivando anche a farlo di nascosto. Sono presenti delle vere e proprie crisi di astinenza esprimibili con delle sensazioni di vuoto e aggressività quando si trova lontano dal lavoro. Le relazioni e gli affetti passano, quindi, in secondo piano e possono delinearsi problematiche sociali come isolamento, scarsa assertività e atteggiamento critico e denigratorio verso chi gode del proprio tempo libero.

Probabilmente, il dipendente da lavoro ha avuto dei genitori molto esigenti, per cui ha imparato a considerare l’efficienza scolastica e lavorativa come unico modo possibile per avere stima e accettazione. Spesso anche i genitori sono stati dipendenti dal lavoro, vengono adottati come modello di efficienza da ammirare, idealizzare e perseguire.

Tendenzialmente, i workaholic hanno un basso livello di autostima e dubitano di sé stessi e delle proprie capacità. Il lavoro è ciò che permette di mantenere e accrescere l’autostima ed è un perno centrale nella costruzione dell’identità. Non si sentono valorizzati per ciò che sono, quindi cercano di compensare con ciò che fanno. Chi soffre di dipendenza da lavoro ha la tendenza a sopravvalutarsi o sottovalutarsi, si sente o competente o fallito.

Chi soffre di dipendenza da lavoro si dimostra particolarmente ambizioso: accontentarsi di un lavoro normale è paragonato ad un fallimento, dal momento che la loro autostima dipende da fattori esteriori come il successo e i soldi.

Essere impegnati costantemente nel lavoro è un modo per non pensare, ma sopratutto, per non sentire. Aiuta, infatti, a tenere a distanza emozioni sgradevoli come rabbia, senso di colpa, paura di valere poco e dell’intimità.

Sintomi della dipendenza dal lavoro

Il workaholic presenta questi sintomi:

  • Accentuata compulsione lavorativa, un bisogno forte e costante di lavorare.
  • Lavora almeno 11 ore al giorno ( con “crisi” di lavoro notturno o ininterrotto per giorni), durante il week-end e le vacanze.
  • Tendenza a non assentarsi mai dal lavoro neanche per necessità e tendenza a limitare al minimo le assenze per malattia.
  • Crisi di astinenza, con sensazione di vuoto, angoscia o irritazione quando si è lontani dal lavoro, come nei periodi festivi.
  • Terrore irrealistico di perdere il lavoro.
  • Avverte la necessità di controllare nei minimi dettagli e più volte le procedure e i risultati, guidato da un intransigente perfezionismo.
  • Pensieri negativi relativi a errori o insuccessi sul lavoro.
  • Pensieri ossessivi e preoccupazioni collegati al lavoro (scadenze, appuntamenti, programmazione).
  • Si instaurano abitudini poco sane, come saltare i pasti, alimentarsi in modo scorretto, non dormire un numero di ore adeguato.
  • Polidipendenza: sostiene il carico lavorativo con farmaci stimolanti, eccessive dosi di caffè o surrogati per reggere le poche ore di sonno.
  • Si sente sempre impegnato e guidato dalla fretta, risultando impaziente e irritabile nelle attese.
  • Ha forti difficoltà a rilassarsi e a divertirsi, trae gratificazione solo dal lavorare.
  • Prova sentimenti di inadeguatezza, sembra che l’impegno non basti mai.
  • Si avvertono sintomi fisici, agitazione e nervosismo, fino a risultare ansiosi.
  • Sindrome da burn out e stress lavorativo.
  • Riscontra problemi relazionali con colleghi, superiori o dipendenti.
  • Problemi famigliari legati all’isolamento, alla mancanza di comunicazione, ad atteggiamenti autoritari verso i propri cari e ad un mancato ascolto delle continue richieste di presenza, che spesso possono portare a separazione e divorzio.
  • Le attività e interessi che prima appassionavano, come leggere un libro, praticare sport e avere degli hobby, passano in secondo piano, a causa della devozione completa al lavoro.

Conseguenze della dipendenza dal lavoro

A livello fisico, si riscontra una riduzione delle ore di sonno. Questa può essere compensata dall‘abuso di farmaci, caffè o droghe stimolanti creando così una dipendenza anche da queste sostanze. Si tende anche a non concedersi pause, saltando i pasti e non riuscendo a rigenerarsi. Questo porta a problemi cardiaci, disturbi gastro-intestinali, variazioni di peso ed emicranie.

A livello psicologico sono frequenti gli sbalzi d’umore, ipercontrollo, ansia, stress, depressione e disturbi del sonno.

E’ possibile riscontrare anche relazioni difficili con i colleghi: il workaholic è competitivo e critico con coloro che hanno un equilibrio lavoro-vita personale.

Chi soffre di dipendenza da lavoro non riesce a trovare un buon equilibrio nella vita personale, quindi fatica a coltivare le relazioni e ad essere presente in famiglia. Si arriva a vivere la propria famiglia come un peso e un intralcio dal momento che sottrae tempo prezioso alla propria dipendenza da lavoro.

Come prevenire la dipendenza da lavoro

La prevenzione del workaholism dovrebbe partire dalla società e dalle aziende. Sarebbe importante un cambiamento culturale sull’importanza dell’equilibrio tra lavoro e vita personale.

A livello individuale, è possibile prevenire la dipendenza da lavoro fermandosi a fare un bilancio del tempo impiegato a lavorare, alla cura di sé, ai propri interessi e relazioni.  E’ utile comprendere qual è la propria soglia di sopportazione e quanto si è disposti a farsi assorbire dal lavoro, valutandone le conseguenze. Aiuta anche trovare momenti della giornata da dedicare a sé stessi e ai propri cari. Infine, serve coltivare con frequenza e costanza le proprie passioni, potrebbe essere utile pianificare il tempo libero su un calendario settimanale dandogli la stessa importanza di una riunione o scadenza.

Come affrontare la dipendenza dal lavoro

Chiaramente, è consigliabile cercare di ridurre gli orari di lavoro. Serve anche porre dei confini: durante i pasti non parlare di lavoro e consumarli seduti, rilassati e non di corsa.
E’ utile anche dedicarsi del tempo per sé svolgendo attività di proprio gradimento, poiché si tende a sottovalutare questo bisogno, si può pianificare il tempo libero in anticipo, attraverso un planning, e imporsi di rispettarlo.

Serve anche coltivare le relazioni trascorrerendo più tempo con la propria famiglia e gli amici e meno al lavoro programmando cene, gite, uscite.

Non bisogna dimenticare di prestare attenzione alla salute fisica. E’ necessario rispettare i tempi dedicati ai pasti, nutrendosi correttamente. Non va trascurato nemmeno un adeguato riposo notturno, evitando di compensare con troppi caffè o farmaci. L’ideale sarebbe anche praticare uno sport o trovare un modo di fare attività fisica.

Se si è vittima di dipendenza da lavoro, potrebbe non essere possibile mettere in pratica autonomamente i suggerimenti sopra elencati perché lo stato di ansia è elevato e il pensiero è fisso al lavoro. Inoltre, i sintomi del workaholism possono mascherare problemi emotivi più profondi, come bassa autostima, ansia e vissuti depressivi. E’, quindi, opportuno rivolgersi ad una psicologa psicoterapeuta per un sostegno psicologico e psicoterapia. Si lavorerà per gestire i sintomi della dipendenza da lavoro e approfondire le cause scatenanti, in modo da prevenire delle ricadute.

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